Hildegard von Bingen - realmente esistita - è la decima figlia di una riccca e nobile famiglia tedesca e si accorge ben presto di avere una spiccata sensibilità visionaria, ma lo nasconde a tutti. Alla nascita è stata promessa a Dio e all'età di 8 anni consegnata ad un Monastero Benedettino. Diventata più tardi la badessa del convento, abile nella medicina, ha una sconvolgente apparizione che le ordina di rivelare messaggi divini di cui è a conoscenza. Nonostante lo scetticismo e il sospetto di eresia, il Papa la sostiene e le concede di pubblicare le sue visioni. La sua vita cambia, costruisce un suo convento e dà vita ad un rivoluzionario approccio umanista e femminista alla fede.
von Trotta questa volta ha trovato la sua icona femminile in Hildegard, donna con il dono della veggenza che riuscì nell'emancipare la figura della donna nella chiesa, lottando contro il potere delle tradizioni ecclesiastiche, e che riuscì ad edificare un suo monastero grazie all'appoggio del Papa.
Hildegard è la portatrice di femminilità e di bellezza che si manifestano per la prima volta nelle istituzioni religiose, femminilità conquistata, dal lato umano, al prezzo dell'amore negato dalle donne più importanti della sua vita, partendo dalla madre.
E' un film che può far riflettere su alcune tematiche, umane più che divine, dato che la regista ha in realtà posto in secondo piano la natura visionaria della protagonista della quale si parla attraverso i dialoghi e non con le immagini. Un buon film mancato.
Cinema